Poco fuori dalla canonica Chinatown milanese, apre Tang Palace, ristorante cinese di lusso. Tra critiche e lodi, ci abbiamo provato.
Tang Palace non è per tutte le tasche, senza dubbio. Fin dall’apertura ad inizio 2018 il ristorante cinese di via Cenisio 68 ha deciso di puntare ad un target diverso, clienti che badano alla cura dell’ambiente e cercano ingredienti raffinati. Per andare anche incontro alle esigenze del portafoglio, però, si sono buttati sugli sconti promozionali The Fork.
Il ricco menu alterna pietanze ricercate, come il manzo wagyu, le capesante, la zuppa di pinne di pescecane (pesce essiccato), il prosciutto di Jinhua, i funghi Abalone, l’aragosta, il rombo, l’anatra pechinese, con preparazioni già viste come i classici dim sum e gli spaghetti ed i piatti di verdura. Che poi però sono ciò che l’ospite italiano alla fin fine ordina più volentieri.
Ecco il punto. Ho letto in rete molte polemiche sui prezzi: ognuno conosce le sue tasche, ma credo che il vero valore aggiunto di questo ristorante cinese sia l’ambiente, strutturato con i tavoli divisi da un separé rosso in tipico stile dinastia Tang, durante la quale sono nate le celeberrime lacche rosse.
E’ un luogo elegante, al di là dell’aspetto etnico, con le stoviglie decorate, bacchette comprese. Servono le salviette calde prima del pasto.
Tang Palace vuole evocare l’idea di una Cina antica, splendente, ricca e raffinata, anche a tavola. Senza dimenticare che siamo in Italia e bisogna anche venire incontro al gusto nostrano: i ravioli colorati 什锦饺 | Shíjǐn jiǎo sono scenografici e molto buoni, con tanto impasto, freschissimo.
Bianco: gambero “pelle trasparente”, il raviolo dal quale dicono si possa giudicare la bravura di uno chef
Nero: nero di seppia e calamaro;
Verde: con le verdure (chiaro!)
Rosso: al branzino
Ambrato: wagyu e tartufo (ammazza!!)
La zuppa con il prosciutto Jinhua ( 金华火腿 | Jīnhuá huǒtuǐ ) è una specialità: innanzitutto perché si tratta di uno dei prosciutti più rinomati della Cina, menzionato per la prima volta proprio negli scritti di epoca Tang, oggi prodotto nella regione dello Zhejiang con una lavorazione complessiva – tra salatura ed altre fasi del processo – che dura fino a 10 mesi.
Si tratta di un ingrediente molto ricercato dagli chef, che è tradizione venga utilizzato nelle zuppe (sì, a noi fa suona strano), tagliato a listarelle sottili che danno sapidità.
Un’altra pietanza che vale la pena di provare da Tang Palace è l’anatra pechinese, 北京烤鸭 Běijīng kǎoyā : viene servita come a Pechino, cioè con la pelle croccante separata dalla carne di anatra e delicatamente appoggiata sopra. Si mangia posando sul piatto una crespella presa dalla vaporiera, poi mettendo al centro salsa, verdure, carne e chiudendo il tutto come un involtino. Naturalmente con le bacchette! Guarda il video in fondo a questa pagina
L’anatra pechinese è un piatto di origine imperiale, che richiede una lavorazione lunga, un ambiente adeguato alla preparazione, un maestro esperto nel taglio (che in Cina viene fatto davanti al tavolo degli ospiti). Compatibilmente con le possibilità limitate dal fatto di essere fuori patria (un esempio su tutti: la razza di animale che si trova nei due paesi è differente), i cuochi di Tang Palace fanno davvero del loro meglio.
Una nota: le decorazioni sui piatti non si mangiano (peccato) ed i dolci sono da ristorante cinese di vecchia generazione (gelato fritto come non ci fosse un domani). Se però incontra il vostro gusto, fanno il flambé con la grappa cinese direttamente al tavolo.