Rho, Fiera Milano. La fiera dell’artigianato è l’appuntamento di Natale dei curiosi della Lombardia, tanta ressa ma ogni anno qualche scoperta di sapori o colori che provengono da tutto il mondo. Nell’epoca del commercio glocal, la distinzione tra padiglioni per regioni d’Italia e nazioni del mondo è più che altro un criterio di orientamento fisico, poiché in America si trovano anche produttori italiani, in Abruzzo quelli che hanno il negozio a Cesano Boscone e via così.
Nel padiglione Asia è tutto un colore ed un profumo: un padiglione e mezzo tutto dedicato al multiforme continente in cui le spezie e le pashmine dell’India, l’oggettistica del Vietnam e l’affascinante Giappone presentano un po’ di sé, invogliando a viaggi ed acquisti.
La Cina non ha mai avuto molti stand alla Fiera dell’Artigianato, questo può dirsi il primo anno in cui la presenza del Regno di Mezzo e delle sue istituzioni rappresentanti ha cercato di essere un po’ più significativa. Ecco una sintesi di ciò che vi siete persi, se non l’avete visitato, e dove recuperare.
Oggettini simpatici
Per un gradito pensiero di Natale, cosa c’è di più simpatico di un set bacchette e porta bacchette a forma di panda? In Fiera c’erano diversi stand di porcellane e oggettistica, ma niente che non si possa trovare anche in città.
Per recuperare: si possono trovare simpatici articoli di Natale in diversi negozi in città, da Kathay a Mood Market, in questo articolo dell’anno scorso 10 regali di Natale orientali che non vi faranno sfigurare.
Se volete concentrarvi sull’acquisto delle bacchette cinesi, invece, ecco una breve guida su come sceglierle e dove comprarle.
Ravioli, Bao e pancetta di Mao 小吃
Gli stand gastronomici cinesi di rilievo quest’anno erano due: la blasonata ravioleria Sarpi – che infagottava ravioli a tutto spiano e a tutte le ore – ed i ragazzi di Mao Hunan – Maoji – Mini Maoji – Mood Market, una sola squadra che ha conquistato Milano con la cucina dello Hunan, autentica e saporita.
Impossibile resistere ad un piatto di pancetta di Mao, accompagnato da cavolo cinese (conosci le verdure cinesi?) e un po’ di salsa piccante.
Il gusto è delizioso, nonostante le difficoltà logistiche della Fiera. Il prezzo.. da Fiera. Per assaggiare la vera cucina dello Hunan – con più agio e un po’ di risparmio – si può renotate un tavolo in uno dei tre ristoranti del brand, leggi qui la recensione.
Per un pensiero di Natale inusuale, da Mood Market vendono tazze di metallo con il logo di Mao Hunan e gli slogan in cinese.
Le istituzioni 各省
Tra le presenze istituzionali c’erano due stand regionali, dello Hebei e del Sichuan, con qualche oggettino simpatico, ma senza ombra di cibo. Peccato, la cucina regionale cinese è così ricca! L’istituto Confucio di Milano proponeva microlezioni gratuite di avvicinamento al cinese, un’idea carina per testare il vostro feeling con la lingua
Come recuperare: 10 minuti di cinese con Attilio Andreini, Istituto Confucio di Venezia e docente all’università Ca’ Foscari.
Calligrafia 书法
Per molte lingue la calligrafia è una vera e propria arte visiva, pensiamo alle miniature medievali sui libri, alle lettere iniziali gotiche della stampa di prima epoca, ma anche alla funzione decorativa e artistica della grafia per la lingua e cultura araba.
Fare della calligrafia un’arte visiva ha un doppio vantaggio, raccoglie in uno la percezione di bellezza propria dell’arte pittorica e la possibilità di trasmettere concetti propria del linguaggio scritto e del discorso.
Studiare calligrafia in Cina è un impegno oneroso, servono almeno 5 anni di studio, tante ore di esercitazione e profonda concentrazione. Tratteggiare i caratteri cinesi è un fatto di equilibrio, non solo di stile.
Per vedere un calligrafo cinese all’opera, ecco un video fatto allo strand di una tipografia in Fiera. Il calendario con i caratteri cinesi che portano fortuna costava 20 euro, trattabili a 15 spiccicando qualche parola cortese di cinese.
Per approfondire i temi della calligrafia cinese, consiglio questo bell’articolo di Enrico Randi
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