Un caso che scotta. Un giallo, un noir, un intrigo politico, un inciso romantico. C’è proprio tutto nel primo libro della saga dell’ispettore Chen Cao “La misteriosa morte della compagna Guan“, scritto da Qiu Xiaolong.
Questo volume dalla copertina tutta rossa tiene con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. L’ispettore capo Chen Cao (si legge cen zao) indaga, tra un raviolo e un involtino, consumati per le strade di Shanghai.
Contesto
1990, Shanghai.
Un delitto tutt’altro che perfetto si consuma nella Cina che si affaccia alle riforme economiche da raddoppiamento del PIL: la gente ha un tenore di vita che sta cambiando rapidamente, la stabilità politica è un valore assoluto e da proteggere, ad ogni costo. Nella stessa cornice urbana, afflitta dal traffico di oltre tre mila taxi al giorno e dal problema delle unità abitative insufficienti, convivono tredicenni che vendono tè agli angoli delle strade mentre studiano manuali di visual basics e anziani quadri intoccabili, che godono di privilegi economici, sociali e del telefono fisso in casa. Il mercato libero convive con il mercato socialista e quasi tutti i beni si trovano ormai al doppio prezzo: il prezzo di stato – per poche unità – ed il prezzo di mercato, fino a dieci volte superiore. Dalle televisioni ai crostacei, gli abitanti di Shanghai fanno la fila per avere ognuno il proprio angolo di benessere e possibilmente al miglior prezzo.
Personaggi
Chen Cao, Ispettore Capo | Poeta, amante della cucina, laureato in inglese, poliziotto per caso e per necessità (negli anni 80 erano le autorità che assegnavano lavori ai neolaureati, per Chen Cao polizia di Shanghai, sezione casi speciali). Rappresenta l’uomo nuovo della Cina che corre veloce verso il cambiamento ed è più simile ad un Tenente Colombo giovane e brillante che al resto della squadra dipartimentale. Si cura poco di seguire una sana alimentazione, a detta di tutti, ed ingurgita grandi quantità di cibo di strada. Quando riflette, invece, rigurgita componimenti poetici dell’epoca Song e Tang come fossero semi di anguria a punteggiare il discorso narrativo. Moderno, umano (con i suoi tormenti e i suoi mal di testa), crede (ancora?) nella giustizia e nella morale confuciana.
Soprattutto: nasce da una penna marcatamente sino americana e per questo gode di una vivacità imprevedibile di parola e di azione.
Investigatore Yu | Fin dai suoi primi gesti – togliersi una fogliolina di te fra i denti, accendersi una sigaretta senza offrirla – si intuisce il carattere ruvido e schietto dell’investigatore Yu, che si mostra inizialmente un po’ antagonista nei confronti dell’ispettore capo: era troppo poetico per essere un vero poliziotto. Vive una vita rigorosa e forzatamente priva di molti agi, specie rispetto a Chen Cao, in una stanza che divide con la moglie Peiqin e il figlio Qinqin, vicino al padre, un ex poliziotto soprannominato Vecchio Cacciatore.
Zio Bao | Un personaggio secondario eppure emblematico, una vita passata alle acciaierie di Shanghai, ora in pensione. Zio Bao rappresenta in pieno il pensiero cinese quando dice
le mie vecchie ossa arrugginirebbero se stessi tutto il giorno senza fare niente
Perciò oltre ad essere volontario nella Milizia di quartiere si improvvisa centralinista: nel 1990 i telefoni fissi nelle abitazioni sono ancora una rarità, così l’ingegnoso pensionato si inventa un laborioso meccanismo di persone, foglietti e numeri che permette a tutto l’isolato di avere di fatto accesso alle linee.
Tutti gli altri | Tante presenze femminili, belle, radiose, forti.
Qualche amico, come il Cinese d’Oltremare Lu. Diverse figure politiche, più o meno corrette. Un popoloso mondo di storie nella storia.
Autore
C’è molta politica, letteratura, riflessione ed erudizione: non è un caso che Qiu Xiaolong – che vive negli Usa dal 1989 – si sia specializzato sui testi di TS Eliot, proprio come l’Ispettore Capo, e che come il protagonista del libro abbia avuto qualche difficoltà nei rapporti istituzionali in patria, prima di scrivere i romanzi ed anche dopo – in Cina, le opere sono state adattate prima della pubblicazione. Stile vivido e ritmo incalzante, mette insieme i pregi dello scrivere americano e del sentire cinese.
Cibo
Per ingannare l’attesa tra un interrogatorio e l’altro l’ispettore capo Chen Cao trangugia ravioli, panini e spaghetti agli angoli delle strade. Adora gli involtini fritti e per colazione divora torta di riso. Riflette sul caso seduto alle taverne e non disdegna le mense, perché la paga di ispettore capo non è poi così alta.
Ne La misteriosa morte della compagna Guan c’è un sacco di cucina cinese: il cibo si scambia, si offre, si condivide. Tazze di tè verde Longjing sorseggiate in una elegante casa del tè sul lago, tra i fiori di loto e le carpe dorate; maialino da latte arrosto, con la pelle croccante, da portare in dono alla mamma; capesante, involtini di anatra arrosto e cipolle verdi, ravioli ai gamberetti, trippa di vitello costituiscono il lauto pranzo offerto ad una testimone chiave dell’indagine.
Il cibo è lavoro, il cibo è ricordo. Una venditrice ambulante notturna, con cucina in miniatura sulle spalle e tanto di licenza, fa sorridere tanto quanto l’immagine del giovane Chen Cao che negli anni del liceo sfidava gli amici a sperimentare in un solo pomeriggio ogni singolo negozio di spuntini di una lunga via della città.
L’ispettore Che Cao e la cena con Wang Feng: ascolta la lettura su Soundcloud!