C’era una volta il blog ABCina, uno dei più interessanti e vispi contenitori di contributi freelance alla sinologia italiana on the road (insieme a Sapore di Cina, TeacupTranslation, Cinaliano blog e qualche altro coraggioso pioniere). Gli autori del sito, Jacopo “Jappo” Bettinelli e Antonio Magistrale, incontrano un bel dì la casa editrice Orientalia: ne nasce un esperimento editoriale, una chicca di originalità, il volume CDS Cinese da Strada, presentato oggi a Milano.
55个人 | Eravamo 55 amici al bar
Come funzionano gli eventi culturali al tempo del Coronavirus? Ecco la prima domanda che si saranno senz’altro fatti gli spettatori della presentazione virtuale del libro. Eravamo qualche decina di curiosi, riuniti in una stanza surreale più che virtuale, di quelle in cui si vede bene lo show, ma non i volti degli altri spettatori né le espressioni. Le docenti di lingua e cultura cinese moderatrici dell’evento, Natalia Riva e Gloria Cella dell’Università Bicocca di Milano e di AulaConfucio, hanno mostrato fin da subito estrema nonchalance, tanto che dopo pochi minuti avevo già dimenticato che ognuno di noi se ne stava sul proprio divano, solitario con gli auricolari, in pigiama e forse anche con uno spuntino in mano.
根本 | La genesi: dalla newsletter alla carta (che canta)
Fino a non molto tempo fa, ABCina inviava ai suoi lettori una spiritosa rubrica, ogni mercoledì, dal titolo CDS – Cinese da Strada. Ogni email conteneva la spiegazione di una locuzione di slang o modo di dire proprio del cinese contemporaneo, spesso accompagnata anche da curiose note biografiche e aneddoti personali sulla vita a Pechino. Un esempio, tratto da una della ultime newsletter, giugno 2019: “Nei giorni in cui alloggiavo allo Zhaolong Hostel di Sanlitun conobbi un canadese pazzo, zoppo e ubriacone che infastidiva continuamente tutti i residenti. Non sapevo ancora bene il cinese, tanto meno il dialetto pechinese, come non lo sapeva neanche lui, ma conosceva il CDS e le parole necessarie a chiedere una birra. Non faceva altro tutto il giorno, seduto sul divano a rompere le scatole a qualcuno perché gli prendesse una birra dal frigo: 嘿,哥们儿,帮我拿一个啤酒!Hey zio, allungami una biretta (traduzione mia, ndr). Sentivo questa parola 哥们儿 (bro’ o frate o zio in cinese ndr) e non capivo se fosse una parola inventata da lui o una espressione di qualche paesino sperduto nella tundra canadese. Del resto, ci si può fidare del cinese di un canadese ubriacone che viene riaccompagnato a spalla nella sua stanza ogni notte?”
Andrea Marcelloni, della casa editrice Orientalia, non ci ha pensato su due volte quando ha ricevuto la proposta – da parte dei due giovani autori – di trasformare le rubriche settimanali sullo slang cinese in un libro in carta ed ossa, un libro vero.
Racconta infatti Marcelloni: quando studiavo cinese all’università, a Roma, recitavo passi di Mencio e Confucio e le immortali poesie di epoca Tang. Magari avessi avuto per le mani un manuale come CDS Cinese da strada! Nel 1992, quando arriva per la prima volta in Cina, infatti, non manca il rito di iniziazione che tocca a tutti gli studenti di lingua (cinese in particolare) al loro banco di prova: la prima memorabile figuraccia. La mia è stata con le patate, ma questa è un’altra storia; l’editore inciampa nei saluti, che propone apostrofando un passante così come aveva appreso dai testi classici, ignaro del fatto che il termine nel frattempo aveva cambiato significato ed era entrato di diritto nel novero dello slang, nella sezione non del tutto lusinghiera, tra l’altro. Ecco perché non fa mistero del suo consiglio spassionato a tutti gli studenti e aspiranti viaggiatori verso il Regno di Mezzo: d’accordo i libri di testo ed i frasari, ma comprate anche una copia di CDS Cinese da Strada, vi salverà la vita.
第一眼 | Non si giudica mai un libro dalla copertina..
..ma in questo caso, forse, si può fare un’eccezione. Il Beijing Bikini che sfoggia la figura maschile in copertina, infatti, dà proprio la misura del tipo di libro che è CDS Cinese da Strada.
Jacopo Bettinelli inizia con il definirlo un libro-trivia. Le curiosità, l’aneddotica, testare quante ne sappiamo (ad esempio qui si può quizzonare sul cibo cinese) piace un po’ a tutti. Aggiungendo un pizzico di stramberia e qualche sana scurrilità ne esce un mix goloso, come forse potrebbe essere solo la settimana enigmistica con le foto di Eva Tremila ed i titoli di Focus. Proprio un bel Beijing Bikini.
Un po’ di spoiler? Partiamo con i quiz allora: che cos’è il Beijing Bikini?
Nelle zone rurali della Cina era d’uso, anziché levare l’indumento superiore per restare a torso nudo, arrotolare il fondo della maglia per sentire meno caldo (le estati cinesi possono essere davvero torride). Il fatto di lasciare scoperta la panza non veniva considerato sconveniente: omo de panza omo de sostanza, lo sappiamo bene anche noi. Questo modo di prendere fresco ed al contempo esibire l’abbondante materia virile è ancora in uso, nelle campagne e nelle grandi città, sebbene ci siano state recenti iniziative per limitare il trend, giudicato forse da taluni un po’ cafone. Il Beijing Bikini è il perfetto esempio di quel folklore di cui in genere non si trova menzione negli ordinari libri di testo, ma che si scopre solo vivendo la cultura altrui.
Da questa discrasia nascono i paradossi della formazione di cui sono vittima gli studenti di lingua (qualsiasi lingua) di tutto il mondo, così come lo stesso Jappo:
Arrivato in Cina, nel 2009, sapevo come dire investimento internazionale ma faticavo ad ordinare al ristorante.
办法 | Il metodo
Il primo termine sul quale viene in mente agli autori di fare un approfondimento linguistico e divulgativo è 爆表 Bào biǎo “scoppia l’orologio”.
Si trovano in una birreria artigianale di Pechino e buttano giù la spiegazione, 爆表 Bào biǎo si riferisce ai rilevatori di inquinamento che, intorno al 2012, esplodevano letteralmente per i livelli di smog nell’aria. Poi le cose sono cambiate, ma è rimasta l’espressione per indicare lo stallo, quando un’app segna il massimo e tu sai bene che si tratta di un forfait, esplode il termometro.
Raccontano gli autori: non sapevano nemmeno noi che cosa avremmo pubblicato di volta in volta, ma è dal colloquiale, dalle nostre esperienze personali che sono nate le idee di che cosa pubblicare. A beneficio di tutti noi spettatori virtuali rivelano persino le proprie fonti: informazioni dalla rete, domande sulla lingua rivolte direttamente alle persone, largo uso, insomma, di quella curiosità individuale che si aguzza istintivamente quando si sta lontano da casa e dalla propria comfort zone (anche linguistica).
Nuovo CDS! Si scrivevano su wechat, poi partiva la ricerca: prima su Baidu (il Google cinese) o Baike (Wiki cinese), dove le community di utenti madrelingua contribuiscono, anche grazie al contributo di studenti di cinese o cinesi all’estero (d’oltremare). L’attività diventa uno stimolo per gli autori stessi: più ricerche, più attenzione alle conversazioni, concentrazione su come mettere nero su bianco le proprie conoscenze, arricchite dalla quotidianità cinese vissuta in prima persona, per mettere a fattor comune il patrimonio conoscitivo degli expat.
Insomma il lavoro dei sinologi sul campo.
Da questo lavoro preciso sono nati oltre 120 termini, organizzati in quattro categorie (si vede che gli autori non sono scaramantici): quotidiani, insulti, millennials, sesso, affari.
每天| Quotidiano
La Cina va veloce, i cambiamenti seguono un ritmo di cui non ci rendiamo conto qui in Italia: “se i colleghi iniziano ad usare sempre un termine è perché esce da un reportage, da una notizia”. Con queste premesse, Antonio e Jacopo raccolgono alcune parole utilissime per il cinese di tutti i giorni, tipo:
蹭 Cèng (pronuncia: zàn) Scroccare. Letteralmente: strofinare. Va bene per una sigaretta, dice Antonio svapando, per pranzi o cene. La visione cinese della convivialità su fumare, bere e offrirsi pasti è simile al nostro rituale del caffè al lavoro. Ti posso offrire/scroccare un caffè?
打酱油 Dǎ jiàngyóu Sono qui solo per la salsa di soia. Nel senso di non ne so nulla, risposta che un mal capitato intervistato dà ad un reporter tv.
牛B NiúB Fico, letteralmente però vagina di mucca. Gli autori sottolineano con forza che è una parola neutrale per il cinese da strada, la si usa con leggerezza nella lingua parlata 口语, un po’ come per l’italiano “casino”, che non fa assolutamente più pensare ad una casa chiusa.
(In questo video Quentin Tarantino racconta agli americani come si dice super cool in cinese, 牛B, e prova ad ipotizzare la ragione per cui si dice proprio così.. )
Pallone gonfiato che si vanta si dice 吹牛皮 Chuī niúpí cioè soffiare la pelle di mucca. Anticamente, infatti, quando si conciava la pelle era necessario staccarla dall’animale soffiando e certo per riuscire a fare una mucca intera ci volevano dei super polmoni super cool. Da parte di questa espressione, 牛皮 niúpí , più probabilmente deriva il moderno 牛B.
Usare il CDS fa guadagnare punti simpatia, dicono gli autori.
Confermo, nel mio primo viaggio cinese ho imparato un solo CDS , il famoso 加油 Jia you, Daje tutta, che oggi purtroppo lega il suo senso al tema del virus, ma anni fa conservava solo accezioni positive. Appena tornata in Italia, me lo sono speso con tutti gli interlocutori cinesi che potevo: l’unica espressione cinese su cui non mi sono davvero mai sentita con i piedi in fallo. La risposta a 加油 Jia you è sempre stata un bel sorriso.
侮辱| Insulti
Questa sezione risponde alla curiosità di ogni lettore, studente, ex studente, chiunque: come si dicono le parolacce in cinese? Una delle prime cosa che si chiede/apprende in un’altra lingua è il turpiloquio, che desta sempre grande curiosità, ma con il mandarino non funziona così, lo rivelano gli autori e sottoscrivo in pieno. Sarà passato un giro di zodiaco tra poco ed io non avrò ancora scoperto come mandare al diavolo nella mia lingua elettiva, non c’è stato insegnante o amico che abbia accettato di confidarmi mezza parolaccia in cinese sino ad ora. Neanche supplicando, neanche un capperi o cavoli. Per fortuna ora è uscito questo prezioso libro.
Chiede Natalia Riva: avete avuto bisogno di censurarvi? Jacopo risponde con uno dei suoi aneddoti, che illustra bene il riserbo della cultura cinese istituzionale. “Ricordo il mitico professor Wang di Ca’ Foscari. L’ultima lezione del corso entrò e ci disse, oggi vi insegno degli insulti; non per dirli, ma perché se qualcuno vi sta insultando dovete capirlo.“
我去。。Wǒ qù 卧槽 Wò cáo letteralmente: io vado, trogolo sdraiato. Traduzione colorita: Eccheccazzo, con varie possibili sfumature di senso. La cosa curiosa, dal mio punto di vista, è che la differenza tra dire sul serio “io vado” e un che cazzo (o altro, a seconda del contesto) sta tutta nella quantità di aria che si sibila con la vocale finale. Così come la differenza tra manto erboso 草, mattino presto 早 e sempre il suddetto eccheccazzo 槽 la fa semplicemente il tono (il cinese è lingua tonale).
我去买了个表 sono andato a comprare un orologio. Occhio se te lo dicono con un bel sorriso: la traduzione migliore è Mavvaffa..
Antonio rivela: da questa sezione del libro, si capiscono anche alcune differenze culturali, ad esempio mai regalare un cappello verde, indica infedeltà. Anticamente infatti chi era sposato con una prostituta doveva indossare un cappello verde per essere riconosciuto. Quindi per dare del cornuto si dice: porti un cappello verde 绿帽子! Lǜmàozi
Dulcis in fundo, come si dice fare una cosa davvero inutile? 脱裤子放屁 Tuō kùzi fàngpì, levarsi i pantaloni per fare una puzzetta.
La categoria insulti è la sezione più succulenta del libro, nonché – dicono – la più corposa. Ogni sinologo o aspirante tale ha il suo cavallo di battaglia, il suo campo d’azione, chi il CDS, chi proverbi.. io penso che mi specializzerò in melanzane (e olio piccante).
年轻| Millennials
Perché una sezione dedicata al loro slang? Sono i più attivi protagonisti del cambiamento linguistico, specialmente attraverso il loro uso della rete. Inoltre sono i protagonisti dei problemi economico-sociali della Cina di oggi, ad esempio nati dalle operazioni di urbanizzazione molto spinta.
吃土 Chī tǔ mangiare terra. I ragazzi che con il singles day (il giorno 11/11) comprano l’impossibile per anestetizzare la solitudine e far smacco a San Valentino +Black Friday+San Patrizio tutto insieme, finiscono i soldi e il giorno dopo si ciucciano il pollice, ovvero mangiano terra.
啃老族 Kěn lǎo zú rosicchiare i vecchi。L’espressione (un po’ impietosa) indica i neets, i giovani che stanno a casa e si mangiano i risparmi dei genitori per circostanze globali che conosciamo fin troppo bene anche qui.
DUANG! Un’onomatopea multifunzione, in voga qualche anno fa, che indicava fare una cosa all’improvviso, tipo, ero lì alla fermata e duàng! (ta dàn) è apparso un tizio, ma anche: avevo così sete e duang! duang! duang! (glu glu glu) ho bevuto tutta la lattina.
Questa parola buffa senza pinyin e senza carattere fruibile su tastiere o dizionari (si può solo scrivere a mano) nasce da una pubblicità di shampoo reclamizzato da Jackie Chan nel 2015.
谈恋爱 | Sesso
单身狗 Dānshēn gǒu un single incallito è un cane sciolto, l’incontro con lo sparo 约炮 Yuē pào è la booty call.
同志 Tóngzhì, letteralmente compagno, benché si usi ancora nelle conferenze ufficiali di partito, ha anche acquisito il significato di gay: meglio non gridarlo a qualcuno per strada.
Il piccolo glossario degli amanti (pare che per il mandarino questa sia un’area semantica molto ricca.. !) si arricchisce anche di 小三 Xiǎosān, il terzo incomodo, termine che rimanda alle concubine della Cina imperiale che venivano numerate: dopo la 大老婆 Dà Lǎopó – Grande moglie – e la piccola moglie 小老婆 Xiǎolǎopó, seguivano una piccola terza moglie 小三 Xiǎosān, quarta 小四, quinta 小五.
Quando una coppia si separa non é mai colpa di uno o dell’altro, ma di tutti e tre.
商业 | Affari
In questa sezione si parla molto della cultura dell’alcool, 酒文化 Jiǔ wénhuà (qui l’autore Yu Hua spiega il significato estremamente plastico del termine cultura in cinese). Le bevute di lavoro, per fare affari in Cina, sono imprescindibili. Anche in Italia, ma con sfumature differenti.
干杯!Gānbēi, letteralmente secca il bicchiere, è l’equivalente del nostro cin cin. Di chiara conseguenza, se lasci del liquido ti verrà chiesto: che cosa lo lasci a fare, ci cresci i pesci dentro? Da qui l’espressione 养鱼 Yǎng yú, allevare pesci.
[Cicero pro domo sua, ABCina propone già da un paio di anni webminar sulla chinese bunisess etiquette, oggi in forma pienamente professionale con il dominio chinese business academy]
Una tappa in cucina, per fortuna: 炒房 Chǎo fáng letteralmente soffriggere case, significa speculare; il verbo 炒 indica anche il licenziamento. 白菜价 Báicài jià, i prezzi del cavolo, sono invece il prezzo più basso che può fare un negoziante nella contrattazione. Come scrivo sempre, impara subito a dire bene cavolo cinese che ti conviene, torna sempre utile.
新冠状病毒 | Speciale per l’evento: Sezione covid19 ovvero questioni di omofonia
[Warning: Inizia un paragrafo un po’ per addetti ai lavori]
别来无恙 Bié lái wúyàng ~ non è cambiato niente dall’ultima volta che ci siamo visti diventa di questi tempi un meglio se non ci vediamo.
大义灭亲 Dà yì mièqīn ~La giustizia è più importante di amicizia o parentela diventa invece 大疫灭亲 Dà yì mièqīn la malattia è al di sopra della parentela, per indicare ad esempio che non bisogna farsi prendere dalla malinconia in assenza di familiari né proteggere in modo cieco e irresponsabile i cari che sbagliano dall’intervento regolatore delle forze dell’ordine.
朝夕相处 Zhāo xì xiāng chǔ ~ Stare insieme dal mattino alla sera, in tempo di COVID19: 罩夕相处 Zhào xī xiāng chǔ stare insieme alla propria mascherina.
以毒攻毒 Yǐ dú gōng dú ~ Fight fire with fire diventa 以独攻毒 Yǐ dú gōng dú sconfiggi il virus con lo stare da solo.
不约而同 Bù yuē’értóng ~Essere d’accordo senza essersi messi d’accordo diventa stare insieme anche senza vedersi, incontrarsi.
Last but non least : 沾沾自喜Zhān zhān zì xǐ ~ essere compiaciuti diventa 沾沾自洗 Zhān zhān zì xǐ lavati bene le mani。
Postille geo/linguistiche finali
Le espressioni contenute in questo libro sono state raccolte nella zona di Pechino – dove hanno vissuto o vivono gli autori – e del Dongbei. La lingua è un elemento fisiologicamente correlato con lo spazio fisico ed il tempo, certe aree geografiche e determinate generazioni di parlanti. In Cina, ogni 10 anni tutto cambia, dai vestiti alla lingua parlata 口语.
Un esempio concreto: durante uno show televisivo di qualche anno fa, un ragazzo in lacrime per aver rotto con la fidanzata disse – con qualche difetto di pronuncia, forse dato dalla provenienza regionale: 蓝锅, 香菇 Lán guō, xiānggū “Pentola blu, funghi shiitake” al posto di 难过, 我想哭 Nánguò, wǒ xiǎng kū “Sono troppo triste, voglio piangere”.
Molto in voga per alcuni mesi dopo l’evento, oggi questa è una citazione che non ha più senso, come un vecchio meme dimenticato.
La versione digitale del libro arriverà a breve.